L’ultimo sigaro di Manifattura Sigaro Toscano nasce per celebrare la figura del Granduca Cosimo I de Medici, il primo, secondo la storia, a far coltivare tabacco nella Valtiberina, seminando le basi per la nascita di quello che poi sarebbe stato l’emblema fumoso delle terre toscane.
Il sigaro in sé vuole valorizzare questa storia con un blend di tabacco della valtiberina e nordamericano per il ripieno (per il quale sono state utilizzate foglie apicali), avvolto in una fascia della valtiberina. La manifattura è meccanizzata.
Il confezionamento di questo nuovo prodotto (che sembrerebbe entrare in pianta stabile nel portfolio dei sigari Toscano) è il classico cartonato da cinque sigari lunghi in cellophan. La fascetta, molto curata nella sua semplicità, riporta la scritta “Granduca di Toscana” in bianco e dorato, su fondo blu, affiancata da un leone coronato sulla destra; la grafica è altresì alleggerita da linee e tratteggi bianchi, rossi e dorati. Il prezzo è fissato in Euro 8,00 per cinque sigari.
Alla vista, il Granduca è avvolto in fasce molto scure, luminose, seppur nella stessa confezione si possono trovare esemplari dalla veste leggermente più chiara. Molti sigari presentano tracce di lavorazione a macchina.
Al tatto, oltre che all’occhio, risultano evidenti le venature ed una texture particolarmente ruvida. Tuttavia, in più scatole, abbiamo riscontrato sigari molto umidi, al punto tale che, prima di testarli, abbiamo preferito lasciarli riposare diversi giorni all’aria per consentire di perdere l’umidità in eccesso.
TOSCANO Granduca di Toscana Cosimo I: I profumi percepibili a crudo ricordano il cuoio e la terra con un buon grado di intensità e, in via residuale, la gomma naturale.
L’ingresso di fumata è potente, con sapori bilanciati criticamente fra il sapido e l’amaro, con qualche debole accenno piccante. Gli aromi sono un po’ poveri in numero: oltre una decisa nota di pepe e una meno intensa di legno, si affiancano note ammoniacali poco gradevoli. La forza è medio – forte (4/5).
Nel prosieguo della fruizione, non può non notarsi una combustione della fascia irregolare ed una cenere piuttosto friabile e “volatile”.
Con l’incedere della fumata la percezione di bocca resta invariata, con la sola eccezione della piccantezza che svanisce verso la metà. Gli aromi, pur conservando il carattere legnoso e l’ammoniaca, mutano lievemente su note di spezie, terra e cuoio. La forza diviene forte (5/5). La chiusura poi, lascia una bocca particolarmente amara.
In definitiva, questo Granduca Cosimo I è un sigaro con molti difetti e pochi pregi. Commercializzare un sigaro molto umido che necessita di diversi giorni all’aria prima di fumarlo, è una scelta o una disattenzione che comunque non condividiamo, in quanto poco rispettosa del cliente finale. A tutto voler concedere, ci sembra un prodotto poco bilanciato, sgraziato e con poca sostanza aromatica. Allo stato il giudizio non può essere sufficiente, ma ci proponiamo di ritestarlo nei mesi a seguire, quando (si spera) in Manifatture Sigaro Toscano si sarà attenuata l’ansia di tirar fuori la novità a tutti i costi.
Voto finale: D
Sono d’accordo in toto. Questa cosa della cattiva combustione è lesioni l’ho fatto presente anche a Manifattura Toscana, ma presuntuosamente se ne sono infischiati e io sono passato al Mosi, speriamo bene.
Consigliami un sigaro giusto anche economicamente
Complimenti per il sito, mi piace.
Grazie, cordiali saluti.