L’uso del bocchino da parte del fumatore di sigaro è una pratica piuttosto rara e, per alcuni, finanche sacrilega! Nulla nella mente dell’aficionado potrà separarlo dal contatto fisico con la testa del sigaro e la sua fascia. Tuttavia, ammesso che si voglia provare una diversa modalità di fruizione, trovare dei bocchini per sigari caraibici è molto difficile. Il motivo è di natura economica e facilmente riconducibile alla fisionomia dei prodotti: il negoziante di turno dovrebbe avere a disposizione della sua clientela bocchini di differenti tipologie (figurado o parejo) e di diversi misure per consentire l’innesto di diversi cepos.
Di contro, meno insolito è l’utilizzo del bocchino fra i fumatori di Toscano o di altri prodotti italiani come Ambasciator Italico, Mastro Tornabuoni o Nostrano del Brenta (quindi sigari bitroncoconici o ammezzati).
Il bocchino (definito da alcuni produttori anche “boccaglio”) può essere costituito da un pezzo monoblocco o da un assemblaggio di due pezzi; in quest’ultimo caso avremo il bocchino vero e proprio, individuabile nella parte che si poggia fra le labbra, e il “corpo” o “cannello”, costituente la parte finale, che raccorda la prima con il sigaro. I materiali più utilizzati spaziano dal legno (radica, noce, ebano o legni esotici), alla sepiolite (meglio nota come “schiuma di mare”), dal corno al metacrilato. In taluni modelli è persino prevista la possibilità di inserire dei filtri sostituibili, realizzati in balsa o carboni attivi.
Queste caratteristiche tecniche accomunano molto questo insolito gadget per sigaro alla pipa. Proprio alla pipa e alla sua struttura che occorre far riferimento per apprezzare le potenzialità dell’utilizzo del bocchino per sigaro, in particolare per gli ammezzati che, come notorio, sono i più corti fra i sigari italiani. Nella pipa, infatti, la funzione del cannello (la protuberanza a forma di cannuccia che fuoriesce dal fornello, zona dove si inserisce il tabacco) è essenzialmente quella di raffreddare il fumo, per consentire al fumatore di cogliere ogni sfumatura aromatica del tabacco senza quel calore che si associa al fumo del sigaro.
Nella pipa la parte che si adagia fra le labbra non è il cannello ma il bocchino (smontabile e spesso in metacrilato o ebanite) che ha una funzione più strettamente igienica, poiché il prolungato contatto delle labbra e della saliva con il legno, danneggerebbe quest’ultimo in modo tale da modificare persino la fruizione del fumo.
Tale funzione di raffreddamento del fumo, nel caso del sigaro, è svolta in un unico tempo dal bocchino, che combina le funzioni del cannello e del bocchino della pipa. In particolare, nella fumata di un prodotto ammezzato (o troncoconico), i pochi centimetri del nostro gadget consentono al fumo di raffreddarsi, impattando meno, in senso termico, con la lingua e le mucose della bocca.
Un’esperienza similare è possibile apprezzarsi quando si fuma “alla maremmana”: man mano che l’anello di combustione progredisce, la fumata risulta sempre più pesante e calda. L’aggiunta del bocchino perciò, concede al sigaro ammezzato almeno 5 centimetri in più per esprimere meglio note aromatiche e sapori, che altrimenti sarebbero in parte sovrastati da una temperatura troppo elevata per coglierne le sfumature.
Il costo dei bocchini è legato ai materiali utilizzati, alla foggia o alla marca che li produce: più è elaborato, realizzato con materiali costosi (ad esempio, la schiuma di mare), di lusso (persino madreperla, oro o argento) o prodotto da marchi leader nel settore di produzione delle pipe, più il prezzo incrementa. Per tale motivo, definire un limite di prezzo massimo diventa parecchio ardimentoso. Tuttavia, per un prodotto di buona qualità totalmente in legno o metacrilato, la spesa oscilla fra i 10 e i 20 euro.
Da ultimo, un consiglio: nel caso optaste per un bocchino totalmente in legno, talvolta il prodotto lavorato non è ben trattato (in particolare per realizzazioni artigiane), ragione per la quale, durante le prime fumate sarà molto marcata una nota legnosa che, comunque, tenderà a sparire con l’uso.