Da qualche anno a questa parte il gruppo Manifatture Sigaro Toscano ha puntato molto della propria strategia di marketing sul continuo rinvigorimento delle linee di sigari offerti agli amanti degli “stortignaccoli”.
Una di queste è la famiglia dei “Toscano d’autore”, costituita dal capostipite Garibaldi, seguito dal Toscano Soldati e, da ultimo, il Modigliani e il Mascagni.
Questo toscano è dedicato al grande musicista livornese Pietro Mascagni, nato e vissuto fra i secoli 800 e 900.
Il Toscano Mascagni, prodotto a detta di MST in “edizione limitata”, è presentato nella classica scatola di cartone da cinque sigari confezionati singolarmente, al costo complessivo di otto euro. La fascetta è piuttosto ricercata: fondo beige, con tricolore laterale e la scritta “Mascagni” a mo’ di firma su un pentagramma stilizzato.
In ordine alla provenienze dei tabacchi di fascia e ripieno, le fonti ufficiali si limitano a indicare “kentucky” (NdA: come se oggigiorno il fumatore si accontentasse di una informazione così ovvia!). Il tabacco utilizzato per la fascia è coltivato in Toscana, mentre il ripieno è Kentucky campano. La lavorazione, andando invece per esclusione, è da ritenersi meccanizzata, poiché ogni Toscano fatto a mano presenta tale dicitura sulla confezione di vendita (stringa che al Mascagni risulta mancante).
Alla vista il sigaro si presenta avvolto in una luminosa fascia marrone chiaro, dai riflessi dorati, con evidenti venature. Nel complesso la costruzione è discreta, atteso che il prodotto è un machine-made e che a volte ci si può imbattere anche in fasce esteticamente non all’altezza e un po’ nerborute.
Note di fumata.
Toscano Mascagni: al naso il Mascagni si presenta con il solito biglietto da visita del tabacco Kentucky: legno, cuoio e terra sono i lievi effluvi che solleticano il naso del fruitore.
L’ingresso è sapido e acidulo, con una lieve nota piccante che, tuttavia, svanisce nel corso di poche boccate. Gli aromi percepiti si ripartiscono, quasi equamente, fra spezie (più marcate), legno e frutta secca, mentre la forza è medio-leggera (2/5).
La parte centrale evolve rispetto al sapore generale percepito, poiché lo “stortignaccolo” sembra “auto equilibrarsi” fra sapido e dolce, ripagando il fruitore con aromi di cacao, cuoio e spiccate note di legno. La forza, al contrario, rimane contenuta. In chiusura di fumata, però, incrementa lievemente (3/5), lasciando presagire il decadimento della paletta aromatica verso il classico amarognolo non caro a noi fumatori. Tuttavia gli aromi di legno e cuoio restano invariati rispetto alla parte centrale della fumata, non senza l’arricchimento, sul finire, di decisi echi di caffè arabica.
La cenere, di colore grigio scuro, appare particolarmente friabile e tende a sfaldarsi anche durante le boccate.
Fumato “alla maremmana”, questo nuovo Toscano risulta essere equilibrato, dalla complessità aromatica e dall’evoluzione media, per un prodotto che si può classificare dalle qualità comuni. La persistenza, con questa modalità di fumata, è media.
Fumato ammezzato, invece, il Mascagni si rivela perfetto compagno di un buon caffè o di una passeggiata pomeridiana. Per la sua paletta aromatica non molto marcata e la forza media, si sconsiglia di sceglierlo quale “ammezzato” del dopo pasto poiché potrebbe risultare, soprattutto per i fumatori di Toscano più avvezzi alla tipicità del prodotto, piuttosto etereo e inconsistente.
In definitiva: promosso, ma con il minimo sindacale. Da una edizione dichiarata “limitata” è lecito attendersi qualcosa in più.
Valutazione: C